2 febbraio 2013

I giudizi negativi e infiniti secondo Kant

Con il termine NEGAZIONE si definisce il giudizio che connette il soggetto e il predicato in un rapporto di esclusione, con riferimento alla copula (nel giudizio negativo vero e proprio: A non è B), con riferimento al predicato (A è non-B)

Esempi:
LA CAPRA NON è UN CANE
LA CAPRA è UN NON CANE

I CAPRINI SONO NON CANI
 
  • Il giudizio negativo, ovvero "a non è b", consiste semplicemente nel negare che il predicato b appartenga ad a, ossia che il predicato b sia ascrivibile al soggetto a. Vale a dire che non si dà il caso che "a è b", quindi "a non è b".
 
  • Il giudizio infinito ha a che vedere con classi o insiemi. Quando dico "a è non b" dico che "a" appartiene alla classe "non-b". In questo caso si considera l'insieme "b" e "non-b", e non il singolo individuo a. Stiamo parlando di insiemi o come li definisce Kant «estensioni», e non di singoli individui. Riassumendo se dico "a è non b" dico solamente che a appartiene alla classe "non-b".

 Le parole di Kant:
«Ora con la proposizione: l'anima è non mortale, io ho realmente affermato qualcosa - è vero - secondo la forma logica, poiché ho posto l'anima entro l'estensione illimitata degli enti non mortali. Ma dato che il mortale forma una parte dell'intera estensione degli enti possibili, mentre il non mortale la parte restante, con la mia proposizione non si dice allora null'altro, se non che l'anima è una delle cose - numericamente infinite - che rimangono, quando io abbia eliminato interamente il mortale». (88, 10-20).

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